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All’interno dell’occupazione.

Il caldo che imperversa all’interno degli edifici dell’Istituto Tecnico Statale Einaudi di Montebelluna (TV), è quello diffuso dai corpi di studenti in piena occupazione. E’ il caldo che vortica slanciato dall’entusiasmo di attività come quelle organizzate dall’associazione no-profit Sballando Ballando, che si pone l’obiettivo di allontanare i giovani dal consumo di alcool e sostanze stupefacenti, proponendo loro l’alternativa della danza. E’ il caldo delle numerose assemblee che avranno luogo in questi tre giorni di ‘autogestione’, definizione preferita da Tommaso Quagliotto, rappresentante d’istituto.

E’ proprio con quest’ultimo che ho la possibilità di avere un confronto riguardo alle esigenze che hanno portato gli studenti ad occupare le aule dell’istituto. La necessità, in primis, è quella di essere maggiormente coinvolti all’interno delle dinamiche decisionali delle istituzioni scolastiche, soprattutto a fronte dei tagli applicati dal governo in materia di scuola pubblica. Un’ingiustizia a pieno titolo, considerati i finanziamenti, pari a 3 milioni di euro, stanziati in favore della scuola privata.

I nemici da contrastare, dunque, si conoscono. Resta da chiarire una questione spesso data per scontato, ovvero la questione di metodo. Perché si è deciso di sollevare la protesta passando attraverso l’occupazione? “Il rischio è che gli errori del passato vengano ripetuti in futuro”, spiega Tommaso. Gli errori a cui si riferisce sono quelli legati all’apatia degli studenti in merito a temi, come appunto il mondo della scuola, che in realtà li riguardano appieno. “Ma se dovessi ripetere l’ esperienza”, aggiunge, “cercherei l’appoggio dei docenti, in modo da organizzare delle lezioni che tocchino temi di una certa rilevanza sociale e politica”. Una proposta che andrebbe a segno solo nella circostanza in cui queste lezioni fossero distribuite lungo tutta la durata dell’anno scolastico. Una proposta che trova accoglimento tra gli studenti in protesta, se convertita nella loro richiesta di docenti più competenti ed informati e di metodi di insegnamento maggiormente innovativi.

“Perché non trasformare la lezione di storia in un laboratorio nel quale gruppi di alunni rappresentano le diverse nazioni in guerra tra di loro? Perché non trasformare la spiegazione della crisi del ’29 in un’occasione per comprendere la crisi attuale?”. Il manuale di testo, a quel punto, fungerebbe da sola linea guida per gli argomenti, ed inoltre in tal modo si renderebbe più facile l’integrazione tra materie diverse, come l’economia con la matematica e l’informatica con il disegno tecnico.

A proposito di integrazione, molto sentita tra i ragazzi è anche l’esigenza di arricchire l’esperienza scolastica con l’uso di strumenti tecnologici e social network.

Mi congedo da Tommaso, e nell’uscire dai locali dell’istituto vengo spinto qua e la da giovani che ballano nei corridoi. Mi convinco nuovamente che lo spirito da mettere in atto è proprio questo: lo studente al centro, il sentimento di gioco e di condivisione. Raggiunti questi obiettivi, l’occupazione non avrà più alcun motivo di esistere.

 

-Stefano Cazzaro-