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competenze nella scuola e didattica

Insegniamo competenze?

la classe capovolta
Alla scoperta di un nuovo mondo

Qualche giorno fa si è conclusa la Summer School della classe capovolta di Levico e mi sento di condividere un interessante spunto che è emerso durante uno degli interventi.

Ha detto il professor Maglioni di flipnet: “La più grande svolta per me è stata cambiare l’impostazione della mia didattica dallo spiegare la mia materia (chimica) a concentrarmi sull’insegnamento delle competenze sfruttando la mia materia. Così facendo i ragazzi si sono subito sentiti più coinvolti e partecipi e questo non ha impedito a loro di imparare la mia materia”.

Già di per sè il solo fatto di fare in modo che i ragazzi siano più motivati e interessati è un bel risultato, se poi i risultati in termini di apprendimento non subiscono riduzioni… allora forse è utile cercare di capire cosa intendesse, almeno per rifletterci su un po’.

Cosa vuol dire spostare il focus sulle competenze piuttosto che sugli argomenti? Prendiamo ad esempio un compito autentico da svolgere in classe su un argomento di chimica e chiediamo che i ragazzi risolvano in gruppo il seguente problema: “E’ più nutriente un panino di McDonald o una pizza?”

Questo problema, apparentemente semplice, richiede diverse conoscenze e competenze:

  • Conoscenza (o discussione in gruppo) sul concetto di “nutriente”
  • Scoperta degli ingredienti per calcolare le calorie
  • Comunicazione nella madrelingua, se ad esempio richiediamo che i componenti del gruppo espongano brevemente il loro risultato, magari alternandosi
  • Competenze matematiche per il calcolo degli ingredienti
  • Imparare ad imparare, facendo in modo che i ragazzi per svolgere il compito possano utilizzare i loro smartphone per cercare informazioni
  • Spirito di iniziativa e imprenditorialità, magari aggiungendo la domanda: “quale mangeresti?”

Per fare lavorare i ragazzi sulle competenze sopra elencate si aggiunge al problema una checklist creata ad hoc. La checklist rappresenta una guida per lo studente in modo che sappia sia cosa fare, sia come autovalutare il lavoro. Inoltre è la stessa che poi userà il docente per la valutazione. Potrebbe essere:

  • Avete lavorate bene in gruppo e ogni componente ha svolto il proprio compito?
  • Avete calcolato correttamente le calorie dei due prodotti?
  • Avete deciso il risultato finale e l’avete documentato?
  • Avete trascritto le fonti che avete usato per documentarvi?
  • Avete presentato il vostro lavoro in 5 minuti, alternandovi?

Il compito ora è aperto e tutto da risolvere! I ragazzi possono decidere il tipo di panino da confrontare, possono farne una media, possono scegliere il tipo di pizza, la sua dimensione, ecc… Discutendo del concetto di “nutriente” possono arrivare anche a diverse interpretazioni con risultati anche molto diversi tra loro, sempre restando dentro i confini della checklist che, come già detto, servirà da valutazione e da confronto al termine del lavoro.

E le conoscenze? Il compito autentico ne è ricco! Il significato di calorie, grassi, carboidrati, ecc… Quindi per svolgere il compito le conoscenze servono!

Però la valutazione va oltre, si focalizza sulle competenze e sul lavoro di gruppo e le conoscenze sembrano secondarie, anche se sono la base, e il compito diventa più interessante da svolgere perché più simile a qualcosa di reale. Un compito del tipo: “Scrivi le calorie di questo elenco di ingredienti”, molto probabilmente non sarebbe svolto con lo stesso interesse.

Le competenze, usate in questo modo con i compiti autentici, non sono un bel modo per impreziosire e arricchire la nostra didattica?

Riferimenti:

Il sito della summer school di Levico

Il compito autentico

libro

Se sapete cosa è il compito autentico potete saltare questa prima parte introduttiva e passare alla seconda parte.

Per chi invece non sapesse di che si tratta parto da una definizione che mi sembra abbastanza completa: “Il compito autentico è un compito che prevede che gli studenti costruiscano il loro sapere in modo attivo ed in contesti reali e complessi e lo usano in modo preciso e pertinente, dimostrando il possesso di una determinata competenza”. In parole semplici: una normale attività della vita reale, ricca e splendida, in cui si utilizzano tutte le capacità acquisite e la creatività per risolvere un problema vero.

A scuola in genere le cose funzionano al contrario del compito autentico. Nella vita reale Thomas Edison, inventore della lampadina, ha provato 10000 volte a bruciare fili di tungsteno prima di scoprire come fare quello giusto. Poi una volta arrivato alla soluzione ha preso un pezzo di carta e ha scritto tutti i passi per arrivare costruirla. In classe si parte dal concetto di lampadina già esistente, si spiega di cosa si tratta e come funziona. Manca un po’ tutto quello che ha motivato Edison: il bisogno e l’intuizione che l’ha spinto a crederci anche dopo 10000 fallimenti, la soddisfazione di scoprire qualcosa e la possibilità di usare tutte le sue risorse per risolvere il problema.

Se nella vita reale quindi risolvere problemi veri è più interessante e dà più soddisfazione che non studiare a scuola, come posso rendere un compito che affido ai miei ragazzi il più autentico e interessante possibile?

Come realizzare un compito autentico

Il metodo proposto non vuole essere IL metodo ma solo un metodo per farlo. Ogni compito autentico è altamente personalizzato in quanto con le stesse premesse e con le stesse regole ognuno di noi realizzerà un compito diverso dagli altri e, anche se non sarà il migliore, sarà perfetto perché pensato e personalizzato in base alle nostre conoscenze e ai nostri studenti. Se volete potete anche “ispirarvi” a compiti realizzati da altre persone.

La ricetta per preparare il compito è molto semplice.

Ingredienti: Un argomento da trattare a vostra scelta, il kit delle competenze, word o un foglio di carta e Internet

Ricetta: Scrivi l’argomento in cima alla pagina e descrivi brevemente come lo spiegheresti normalmente. Poi apri il kit delle competenze e scegli una delle competenze o un elemento della motivazione che ti ispira.

Rileggi l’argomento scelto e leggi le domande relative alle competenze scelte. Ad esempio se tu avessi scelto “Competenza digitale” potresti domandarti “Si può utilizzare la tecnologia in modo creativo per imparare l’argomento scelto?”.

Pensaci qualche secondo in modo che ti venga in mente qualcosa. Quindi scrivilo sotto all’argomento.

Ripeti l’operazione con tutte le competenze e con tutte le domande sulla motivazione che desideri e modifica se ritieni opportuno anche quello scritto in precedenza in quanto potrebbe venirti una idea migliore.

Quando pensi di avere creato un bel compito rispondi alle domande nelle parti finali del kit delle competenze che riguardano che le tempistiche, le modalità di svolgimento e la valutazione per decidere come organizzarlo concretamente.

Infine lascia decantare per qualche minuto distraendoti e facendo altro e rileggi l’esercizio che hai pensato ponendoti la domanda finale: “Farei io questo compito?”

Buon divertimento!

Esempi e riferimenti: