Impariamo dalla natura

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Un giorno stavo facendo la spesa al supermercato quando sono passato davanti ad una teca in cui erano esposti diversi tipi di semi. Era un periodo in cui stavo seguendo un corso in cui ci avevano chiesto di imparare a prenderci cura di una pianta. Ci avevano detto che ci avrebbe insegnato molte cose. Così erano diversi giorni che finivo per essere attratto inesorabilmente da tutti i sacchetti di sementi e dalle piante che mi capitavano sotto gli occhi. Avevo già comprato semi di pomodoro, di basilico, di aneto e di ravanelli. In più avevo una pianta di stevia e una di salvia ananas che mi aveva regalato la mia ragazza. Ma stavo ancora cercando qualcosa.

E così, ecco spuntare davanti a me una bustina di peperoncini habanero: i più piccanti al mondo! Avevo sempre amato il peperoncino e, seppur immaginando di non potere sopportare la piccantezza degli habanero, non potevo resistere all’emozione di coltivare qualcosa di così forte. Così in un attimo mi sono ritrovato in mano una busta di Habanero Chocolate,  quelli che sono in competizione con gli Habanero Red Savina per il record mondiale di piccantezza  e che in più hanno un incredibile color cioccolato. Che bellezza!

Il tempo di semina segnato nella bustina era aprile/maggio. Perfetto! Era l’inizio di maggio. Un segno del destino! Finalmente potevo coltivare i peperoncini dei miei sogni. Sono corso a comprare vasi, terra e fertilizzante in modo da sistemare al più presto i preziosi semini sotto la terra.

Passa un mese. Il vaso è ancora vuoto. Mio padre mi aveva avvisato che lui aveva rinunciato a seminare i peperoncini e che preferiva comprare direttamente le piantine perché i peperoni sono tra le piante più lente a nascere dal seme. Ma insomma, poteva anche essersi sbagliato e io li stavo innaffiando tutti i giorni. Li stavo curando al meglio. Li stavo fertilizzando. Non potevano farsi attendere ancora molto.

Passano un mese e dieci giorni. Spunta qualcosa. L’eccitazione è palpabile e la cura aumenta ancora di più. Le foglie sono strane, non sembrano quelle di un peperone, ma che mai potrebbero essere? Decido di trapiantare la piantina in una altro vaso per lasciare spazio ai prossimi nascituri.

Passano un mese e venti giorni. Nasce un’altra piantina. Trapianto anche quella con entusiasmo. Nel frattempo la prima pianta sembra ben poco un peperone ma boh… continuo a innaffiarla.

Passano quasi due mesi. Le prime due piante trapiantate sembrano decisamente erbe sconosciute. Una ha fatto dei semi tondi simili ai pomodori che mi dicono essere velenosi. Nel vaso invece nascono finalmente una decina di germogli. Aspetto con impazienza qualche altro giorno e sì! Questa volta le foglioline sono inequivocabilmente quelle di una pianta di peperone! Evviva! Dopo due mesi…

Trapianto anche quelle in altri vasi. Continuo ad innaffiarle. Giorno per giorno. Nel frattempo siamo arrivati a metà luglio e ci sono 38 gradi. E’ il panico. Nonostante innaffi di continuo le piantine soffrono. La pianta più grande dovrebbe essere già abbastanza grande per fare fiori eppure non si vede nulla. Che sia il caldo? Che abbiano poco solo? Che ne abbiano troppo? Le sposto affannosamente da una parte all’altra del terrazzo in cerca di una soluzione. La innaffio la sera e la mattina. Quando non posso avviso il mio coinquilino di innaffiarle. Chissà cosa pensa quando gli arriva su whatsapp il messaggio disperato: “le piante! Le piante! Aiuto!”.

Ma niente. I fiori non sbocciano. E quando sbocciano si seccano subito. Li osservo durante il giorno e non capisco. Ci sono insetti che volano dappertutto. Sui fiori di basilico, su quelli di pomodoro e su quelli di stevia. Sui fiori dei ravanelli che non ho mangiato ci sono addirittura degli sciami però nessuno si avvicina a quelli di peperone. Forse è per quello che non prendono. Provo col dito. Passo il dito sui fiori sperando di impollinarli io. Ma sembra non funzionare ancora. Anche se le ho provate tutte i fiori cadono.

Finalmente a metà agosto un fiore decide di darmi un po’ di soddisfazione e una pallina verde comincia a crescere dove prima c’erano i petali. Giorno per giorno è sempre più grande. E’ lui! E’ il mio primo Habanero. E’ bellissimo e non posso fare a meno che a raccontarlo a tutti. Certo non condividono tutti il mio entusiasmo visto che alcuni rispondono: “cos’è un habanero”? Però sono finalmente felice.

E’ il dieci settembre e il primo peperoncino, di uno stupendo color cioccolato è pronto. Lo raccolgo con cura e lo porto ad un pranzo dai parenti che si sono radunati tutti dopo la vendemmia. E cavolo… non ci pensano nemmeno ad assaggiarlo. Ne hanno addirittura paura. Dopo tutto hanno anche ragione perché è piccantissimo e solo appoggiarlo sulla lingua fa male. Ma che importa? Che soddisfazione!

Ma che fatica! Ho passato mesi di ansia in cui le ho provate tutte. Ho provato tutte le cose che mi sono venute in mente per quel peperone: concimi di ogni tipo, sole e non sole. Ho provato anche a fare l’ape. Sembrava che i peperoni dovessi farli io invece che la pianta. Però ora che è qui, tra le mie mani, ne sono orgoglioso.

Nel frattempo siamo arrivati al 20 settembre. Mentre in terrazzo controllo il primo Habanero che si sta seccando giorno dopo giorno, la pianta mi osserva da vicino. E’ tranquilla. Sta bene. Chissà a cosa pensa. Credo mi stia osservando con un sorriso di simpatia mente mi affanno ancora una volta nell’attesa. Sicuramente mi ringrazia di averle fatto passare in vita la torrida estate e nel frattempo, forse semplicemente perché è arrivato il momento giusto, la temperatura giusta o il clima giusto, e anche senza la mia ansia e la mia pressione, ha più di trenta nuovi peperoncini che stanno crescendo allegramente.

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