Tutti gli articoli di Stefano Cazzaro

Informazioni su Stefano Cazzaro

Giornalista presso 'L'Universale' e 'Selacapo-Laboratorio di giornalismo partecipativo'. Ogni sabato dalle 16.45 conduttore radiofonico di una rubrica nel programma 'Franky's Motel' (www.radiobase.net). Studente alla facoltà di scienze sociologiche dell'università di Padova.

All’interno dell’occupazione.

Il caldo che imperversa all’interno degli edifici dell’Istituto Tecnico Statale Einaudi di Montebelluna (TV), è quello diffuso dai corpi di studenti in piena occupazione. E’ il caldo che vortica slanciato dall’entusiasmo di attività come quelle organizzate dall’associazione no-profit Sballando Ballando, che si pone l’obiettivo di allontanare i giovani dal consumo di alcool e sostanze stupefacenti, proponendo loro l’alternativa della danza. E’ il caldo delle numerose assemblee che avranno luogo in questi tre giorni di ‘autogestione’, definizione preferita da Tommaso Quagliotto, rappresentante d’istituto.

E’ proprio con quest’ultimo che ho la possibilità di avere un confronto riguardo alle esigenze che hanno portato gli studenti ad occupare le aule dell’istituto. La necessità, in primis, è quella di essere maggiormente coinvolti all’interno delle dinamiche decisionali delle istituzioni scolastiche, soprattutto a fronte dei tagli applicati dal governo in materia di scuola pubblica. Un’ingiustizia a pieno titolo, considerati i finanziamenti, pari a 3 milioni di euro, stanziati in favore della scuola privata.

I nemici da contrastare, dunque, si conoscono. Resta da chiarire una questione spesso data per scontato, ovvero la questione di metodo. Perché si è deciso di sollevare la protesta passando attraverso l’occupazione? “Il rischio è che gli errori del passato vengano ripetuti in futuro”, spiega Tommaso. Gli errori a cui si riferisce sono quelli legati all’apatia degli studenti in merito a temi, come appunto il mondo della scuola, che in realtà li riguardano appieno. “Ma se dovessi ripetere l’ esperienza”, aggiunge, “cercherei l’appoggio dei docenti, in modo da organizzare delle lezioni che tocchino temi di una certa rilevanza sociale e politica”. Una proposta che andrebbe a segno solo nella circostanza in cui queste lezioni fossero distribuite lungo tutta la durata dell’anno scolastico. Una proposta che trova accoglimento tra gli studenti in protesta, se convertita nella loro richiesta di docenti più competenti ed informati e di metodi di insegnamento maggiormente innovativi.

“Perché non trasformare la lezione di storia in un laboratorio nel quale gruppi di alunni rappresentano le diverse nazioni in guerra tra di loro? Perché non trasformare la spiegazione della crisi del ’29 in un’occasione per comprendere la crisi attuale?”. Il manuale di testo, a quel punto, fungerebbe da sola linea guida per gli argomenti, ed inoltre in tal modo si renderebbe più facile l’integrazione tra materie diverse, come l’economia con la matematica e l’informatica con il disegno tecnico.

A proposito di integrazione, molto sentita tra i ragazzi è anche l’esigenza di arricchire l’esperienza scolastica con l’uso di strumenti tecnologici e social network.

Mi congedo da Tommaso, e nell’uscire dai locali dell’istituto vengo spinto qua e la da giovani che ballano nei corridoi. Mi convinco nuovamente che lo spirito da mettere in atto è proprio questo: lo studente al centro, il sentimento di gioco e di condivisione. Raggiunti questi obiettivi, l’occupazione non avrà più alcun motivo di esistere.

 

-Stefano Cazzaro-

Education 2.0: educazione ed innovazione a Firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scuola ed innovazione tecnologica: mai come oggi il legame tra questi due ambiti si è rivelato indispensabile. Si fonda su questo assunto l’iniziativa di Education 2.0, una community online sul mondo della scuola, nella quale gli attori dell’educazione e della formazione possono incontrarsi e condividere le proprie esperienze, attraverso l’invio di articoli e commenti.

Venerdì 26 ottobre 2012, al Palazzo Medici-Riccardi di Firenze, si è svolto il terzo convegno nazionale di Education 2.0, che anche quest’anno ha raccolto le idee e le pratiche innovative di scuole e docenti.

I lavori sono stati aperti da Luigi Berlinguer, che ha esortato gli insegnanti a porre maggiore attenzione all’innovazione educativa della scuola, dando risalto alla funzione centrale dell’apprendimento e debellando quella che l’eurodeputato ha definito “tecnofobia”, ovvero l’insensibilità dell’istituzione scolastica nei confronti della rivoluzione tecnologica oggi in corso.

“E’ un’idea di società questa, non solo di scuola”, sono queste le parole che hanno dato il via alla discussione tenutasi attorno alla tavola rotonda “Inclusione e integrazione”. Nello specifico, si è dibattuto riguardo alle modalità di inserimento nel contesto scolastico dei bambini affetti da disabilità, attraverso lo strumento delle nuove tecnologie. Sono stati presentati, a questo proposito, progetti di didattica domiciliare per bambini lungodegenti e iniziative di role playing, mirate ad “accompagnare le autonomie”, ovvero a far capire al bambino che il suo inserimento sociale è possibile.

Su toni diversi si è svolta la presentazione dei progetti nell’ambito “Professione docente: curricolo e trasversalità”. Qui i temi hanno spaziato dal protagonismo degli studenti nella scuola moderna alla continuità del curricolo dello studente, credenziale fondamentale per una formazione significativa. Non è mancata, inoltre, una ripresa dei concetti espressi da Luigi Berlinguer in mattinata, nello specifico in merito all’importanza dell’analisi del contesto all’interno del quale studenti e professori si devono muovere, in modo da dare senso alla varietà delle esperienze di ognuno degli attori coinvolti.

Da quest’ultimo tavolo di discussione, ma in generale dallo spirito del convegno, si è evinta l’importanza degli investimenti sulla formazione degli insegnanti, ma soprattutto dell’innovazione non in quanto mera sperimentazione, ma in quanto creazione di una rete che coinvolga tutti coloro che fanno parte degli ambienti scolastici.

-Stefano Cazzaro-