La scuola sarà un posto dove studenti e insegnanti non vedono l’ora di andare ogni mattina per crescere ed imparare.
Come studenti passiamo a scuola almeno 13 anni della nostra vita e ci sentiamo poco capiti. Ci alleiamo contro questo o quel docente per cercare di portare a casa il risultato che ci interessa: il voto. Da docenti, dal’altra parte della barricata, ci sembra di sprecare i nostri sforzi con dei ragazzi che non hanno voglia di fare, che copiano e che si coalizzano contro.
Sarebbe bello se ogni studente potesse sbocciare come persona, trovando la propria strada, e mettesse nell’imparare la stessa energia di quanta ne mette per giocare a Call of Duty.
Sarebbe bello se ogni docente potesse trasmettere il meglio della sua esperienza ai ragazzi e, perché no?, anche imparare a sua volta, divertendosi.
L’obiettivo è molto ambizioso ma… perché non provarci?
Con questo obiettivo in mente si possono utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione quali la didattica per competenze, il flipped learning, i feedback e molti altri per rendere ogni lezione motivante e interessante come fosse una piccola avventura in cui lo studente è il protagonista e il docente la guida.
Vuoi provare a realizzare un compito per competenze? Possiamo darti una mano!
Come studente, leggi cosa si può fare e come funziona.
Costruiamo insieme la nuova scuola!
Io credo che per imparare bisogna innanzitutto ascoltare e questo vale per i docenti e per i discenti. Ascoltare senza partire dalla propria esperienza che può essere utile solo quale esegesi. Il problema è sempre quello di evitare i pregiudizi e gli atteggiamenti dogmatici.
Lo dico e lo penso perché è meglio che non lo dimentichi io per primo, proprio da docente liceale. Vi saluto.
Ammetto di non avere la più pallida idea di cosa sia un’esegesi… comunque mi piace molto “lo dico io per non dimenticarlo”. Grazie
Esegesi è un termine tecnico,significa interpretazione scientifica della Bibbia,secondo criteri oggettivi,letterari,storici,antropologici ecc…applicato ai discenti è inquadrarli oggettivamente.L’analogia mi piace.La Bibbia non può essere esaurita da un’interpretazione scientifica,che ci vuole ma non basta.Se non lasciamo che i protagonisti di quell’esperienza ci parlino,delle loro emozioni,delle loro scelte,del loro punto di vista non catturabile scientificamente,perchè l’immateriale è sfuggente,sarà,la nostra,una mera visione unilaterale.Per i nostri allievi è così,dobbiamo ascoltarli.Da soli non raggiungeremo gli stessi obiettivi.Insieme è possibile.Cari saluti.