L’avventura della crescita

 

La scuola sarà un posto dove studenti e insegnanti non vedono l’ora di andare ogni mattina per crescere ed imparare.

La scuola di domani

Come studenti passiamo a scuola almeno 13 anni della nostra vita e ci sentiamo poco capiti. Ci alleiamo contro questo o quel docente per cercare di portare a casa il risultato che ci interessa: il voto. Da docenti, dal’altra parte della barricata, ci sembra di sprecare i nostri sforzi con dei ragazzi che non hanno voglia di fare, che copiano e che si coalizzano contro.

Sarebbe bello se ogni studente potesse sbocciare come persona, trovando la propria strada, e mettesse nell’imparare la stessa energia di quanta ne mette per giocare a Call of Duty.

Sarebbe bello se ogni docente potesse trasmettere il meglio della sua esperienza ai ragazzi e, perché no?, anche imparare a sua volta, divertendosi.

L’obiettivo è molto ambizioso ma… perché non provarci?

Con questo obiettivo in mente si possono utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione quali la didattica per competenze, il flipped learning, i feedback e molti altri per rendere ogni lezione motivante e interessante come fosse una piccola avventura in cui lo studente è il protagonista e il docente la guida.

Vuoi provare a realizzare un compito per competenze? Possiamo darti una mano!

Come studente, leggi cosa si può fare e come funziona.

Costruiamo insieme la nuova scuola!

3 pensieri su “L’avventura della crescita

  1. Io credo che per imparare bisogna innanzitutto ascoltare e questo vale per i docenti e per i discenti. Ascoltare senza partire dalla propria esperienza che può essere utile solo quale esegesi. Il problema è sempre quello di evitare i pregiudizi e gli atteggiamenti dogmatici.
    Lo dico e lo penso perché è meglio che non lo dimentichi io per primo, proprio da docente liceale. Vi saluto.

      1. Esegesi è un termine tecnico,significa interpretazione scientifica della Bibbia,secondo criteri oggettivi,letterari,storici,antropologici ecc…applicato ai discenti è inquadrarli oggettivamente.L’analogia mi piace.La Bibbia non può essere esaurita da un’interpretazione scientifica,che ci vuole ma non basta.Se non lasciamo che i protagonisti di quell’esperienza ci parlino,delle loro emozioni,delle loro scelte,del loro punto di vista non catturabile scientificamente,perchè l’immateriale è sfuggente,sarà,la nostra,una mera visione unilaterale.Per i nostri allievi è così,dobbiamo ascoltarli.Da soli non raggiungeremo gli stessi obiettivi.Insieme è possibile.Cari saluti.

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